“La tutela dell’ambiente di vita tra diritti, educazione, cultura e politica”

La Fondazione Mazzatinti, Ente sostenitore del Club per l’UNESCO di Perugia-Gubbio/Alta Umbria, contribuisce, come nelle passate edizioni dei relativi Bandi, in particolare sulla falsa riga dell’ Agenda 2030, agli aspetti ideativo-organizzativo-formativi dei progetti proposti alle Istituzioni scolastiche dell’Umbria. Si segnala, pertanto, il seguente appuntamento previsto per il 2 dicembre 2019 e, al contempo, si annuncia quello complementare del 16 gennaio 2020, stessa sede con stesso orario, dedicato a “Diritti umani, cittadinanza consapevole, persone di minore età”, cui interverrà il dott. Sergio Cutrona, Presidente  del Tribunale dei Minorenni di Perugia, su introduzione di Gianfranco Cesarini.

Omaggio ad Orlando Spigarelli

Omaggio ad Orlando Spigarelli

La Fondazione Mazzatinti ha dato il suo patrocinio gratuito al Corso di informazione/formazione dedicato dall’Istituto Comprensivo di Foligno “Giuseppe Piermarini” al Maestro eugubino Orlando Spigarelli. Nell’intervento di apertura del Corso di giovedì 10 ottobre il Presidente della Fondazione Mazzatinti,  Gianfranco Cesarini, rivolgendosi in particolari ai docenti, ha sottolineato come l’attualità dell’esperienza educativa di Spigarelli si concentri sulla originale metodologia didattica dell’insegnamento della lingua e del conseguente sviluppo della sua padronanza da parte dell’allievo. Su versanti diversi, ma convergenti, sia Orlando Spigarelli che Giuseppe Mazzatinti hanno fondato i propri interessi educativi sulla comunicazione interpersonale, sull’uso della parola, sulla ricerca linguistica, dando spazio formativo al dialetto, alle radici comunitarie, tra locale e globale.  

Progetto didattico “Il diritto di vivere in un ambiente protetto, sano ed ecologicamente sostenibile”

AVVERTENZA

Già dal 2011 la Fondazione Giuseppe Mazzatinti di Gubbio ha ufficialmente affiancato, fino ad oggi senza soluzione di continuità, i Progetti rivolti alle Istituzioni scolastiche dell’Umbria che, nella loro autonomia complessiva, di rango costituzionale, hanno via via deciso di aderirvi. Ricordiamo che il tema del debutto fu Acque, Acquedotti e Fontane (settembre 2011) e la Commissione Nazionale UNESCO riconobbe ufficialmente che il Progetto era coerente con il primo Decennio (2005-2014) dedicato all’Educazione per lo Sviluppo Sostenibile (DESS). Ma già prima, nel 2009, la Fondazione Mazzatinti, in maniera silente, ma operativa, aveva dato il suo fattivo contributo di idee, mettendole a disposizione sia dei docenti, sia del Club per l’UNESCO di riferimento (oggi denominato “di Perugia-Gubbio/Alta Umbria”). Tale contributo, ancora attuale nei suoi contenuti portanti, è testimoniato da una pubblicazione intitolata, appunto, Educazione e sviluppo sostenibile, in cui, tra richiami socio-pedagocici e normativi, compare anche l’intervento di un esperto come il prof. Raniero Regni, allora consigliere della Fondazione Mazzatinti, oggi docente ordinario di Pedagogia sociale, nonché vicepresidente della medesima Fondazione.  In forza anche di questi precedenti, oltre che del ruolo acquisito (e formalizzato) di socio sostenitore del Club di cui sopra, specie per le attività più specificamente educative, la Fondazione Mazzatinti ha successivamente svolto un ruolo più marcatamente orientato all’informazione/formazione dei docenti delle Scuole aderenti ai vari Progetti, mettendo a disposizione materiali essenziali e competenze personali. Ne risulta che, per più di un decennio, la Fondazione Mazzatinti, in maniera costante, ha mantenuto fede ai suoi impegni formali e sostanziali sul versante informativo/formativo, di fatto accompagnando la formulazione e la realizzazione dei vari progetti per le Scuole. Oggi, anche su indicazione conforme, diretta e indiretta, dei suoi partners, la Fondazione si inserisce  fin dall’inizio, nell’opera di pubblicizzazione, attiva ed organica, del Bando 2019/20, qui di seguito trascritto, benché, a rigore, non formalmente prevista dal medesimo. Lo facciamo non tanto per colmare una lacuna, quanto per concorrere, avendone tutto sommato titolo, ad un rinnovato processo condiviso di sensibilizzazione su temi sempre più rilevanti e trasversali. Temi, tra autoformazione ed educazione civico/ecologica, per i quali la Fondazione è stata ed è coinvolta come partner non effimero, sempre più visibile e riconosciuto.

Bando relativo al progetto “Il diritto di vivere in un ambiente protetto, sano ed ecologicamente sostenibile”: bando_progetto_2019-20.pdf

scheda-adesione.doc

Contributo di Gianfranco Cesarini alla Giornata di studio del 26 Settembre 2019 del FESTIVAL DEL MEDIOEVO

LE MÉNAGIER DE PARIS. UNA BUSSOLA AL FEMMINILE TRA EDUCAZIONE ED ETICA QUOTIDIANA

Premessa

Grazie al barone Jérome-Frédéric Pichon, nato a Parigi nel 1812 e morto in questa città nel 1896, è pervenuto a noi questo poderoso manoscritto, denso di suggestioni educative e raccomandazioni domestiche, esistenziali, morali e gestionali. Pichon nel 1847 pubblica il manoscritto, compilato tra il  1392 e il 1394, per la Societé des bibliophiles francais, di cui faceva parte. Il nobile Pichon, anche giurista, diplomatico, collezionista rigoroso scrive, nella puntuale Introduzione, che l’anonimo autore del manoscritto Le Ménagier de Paris risente del “movimento letterario del regno di Carlo V il Saggio e della tendenza, da lui incoraggiata, a cimentarsi su argomenti interessanti, padroneggiati con competenza”. Ciò avvenne, nel nostro caso, parecchi anni dopo, ma dimostra l’efficacia della politica culturale, non solo diplomatico/militare, del saggio sovrano, che seppe, a ridosso della Guerra dei Cent’ Anni (1378-1477), garantire un fecondo periodo di pace (1364-1380). Così evidente nei risultati da meritare un esplicito encomio da parte di un personaggio come Christine de Pizan (Venezia, 1365 – Parigi 1429) attraverso il libro biografico da lei dedicato a quel sovrano presso la cui corte era vissuta fin da piccola. La Parigi dei re di Francia è una delle capitali della civiltà del tardo Medioevo e qui, per la fama di medico e di scienziato al tempo di Carlo V il Saggio, era stato chiamato da Venezia Tommaso da Pizzano. Egli s’insediò a corte e dopo poco vi portò la famiglia. Cristina, come sappiamo, sposò a quindici anni un uomo di nove anni più grande di lei: un uomo di successo, colto, segretario del re. Dopo dieci anni di matrimonio il marito muore e a Cristina, che ha amato il padre, come il marito, sui quali esprime lusinghieri giudizi, non resta che amare i figli e coltivare, senza risposarsi, la lettura, scrivere, amministrare i suoi beni. Anche la moglie dell’anonimo Autore del Ménagier de Paris ha quindici anni e non è escluso che conoscesse da vicino la vicenda di Cristina, se è vero, come afferma l’erudito Pichon, che egli, probabilmente di formazione giuridica, aveva vissuto il bel regno di Carlo, purtroppo “così tristemente preceduto e così tristemente seguito”.  Ma poteva essere sicuro l’Autore del Ménagier che alla sua giovane moglie e ad altre simili sarebbe andata come a Christine de Pizarro, a prescindere dal loro talento personale? Fra l’altro, la sorte non era molto favorevole alle donne del tempo: la condizione femminile nel medioevo, tra lavoro e povertà, era sicuramente critica, come ci ricorda Maria Paola Zanoboni, con le sue “istantanee di vita quotidiana” medievale.

Tra l’altro, il ricordo di eventi come la peste, che tra il 1348 e il 1352 divampò in Europa, contribuiva ad un senso di precarietà esistenziale che, nei limiti del possibile, induceva i più accorti e culturalmente attrezzati a prevenire, specie per i loro cari, possibili incidenti di percorso, probabilmente più letali per il genere femminile.

Inoltre, il nostro Autore doveva essere ben più attempato della sua giovane consorte, tanto che quest’ultima, orfana e di buona famiglia, appena sposata, gli chiede di non riprenderla pubblicamente per le sue décontenances et simplesses (incertezze e semplicionerie), ma di correggerla in maniera riservata. Da qui, vista la buona disponibilità della giovane sposa, decide di orientarla preventivamente, più che a parole (verba volant), con uno scritto (scripta manent). Tanto più che di esso avrebbe potuto avvantaggiarsi una platea più ampia di donne, tra figlie ed amiche. Questo pensiero e questo intendimento inducono il nostro colto ed esperto Anonimo a formalizzare in una sorta di trattato le sue raccomandazioni morali, i suoi consigli pratici, dove informazione, educazione e formazione costituiscono un tutt’uno. D’altra parte, queste preoccupazioni etico/domestiche saranno avvertite dalla sensibilità della stessa Christine de Pizan, allorché metterà mano al libretto Insegnamenti per mio figlio, dove, siamo nel 1402, tra l’altro, fa balenare il principio che la donna, oltre che i suoi doveri, ha i suoi diritti.

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